È stata questa
contro il vuoto la cura
Manuel Cappello
Questi aforismi erano pezzi di carta, su cui la penna o la matita son riuscite a salvare delle intuizioni, nate fra un momento di vita e il successivo. In seguito è intervenuto un lungo lavoro di sintesi e trasformazione, che ne ha distrutto la maggior parte lasciandone solo il nocciolo più caratteristico. Per questo motivo, molti di questi frammenti assomigliano alla frase conclusiva di un discorso che non esiste.
Alla tendenza sintetica si sono aggiunte in un secondo momento un'attenzione sui generis per la metrica della frase, ed un impiego sempre più intenso della metafora. Il risultato finale è una scrittura non immediata, che richiede uno sforzo di interpretazione da parte del lettore.
Nel corso del lavoro, gli aforismi si sono raggruppati in alcune aree tematiche alle quali ho dato il nome che compare nei titoli. Questi non indicano un soggetto affrontato in modo esaustivo, ma sono come dei grandi monumenti intorno ai quali si rincorrono dei ragazzi.
Qualche tempo fa gli aforismi mi hanno chiesto la libertà. Mi hanno detto queste parole: "Vedi Manuel, il marketing senza contenuto è una colpa, ma il contenuto senza il marketing è anche peggio. Non puoi tenerci nascosti, non è giusto."
Così, come i cigni di Yeats, da questa mattina gli aforismi non abitano più nel mio giardino. Aperto il recinto, han preso il volo nella rete, in cerca di un futuro.
M C
"Sono dialoghi intimi, necessari; poesie dell’anima che chiedono condivisione per essere trasformate in rito.
Ci riguardano più di quanto sospettiamo, nel disordine del vuoto che ciascun prova, nella necessità comune di trovare la tavola dei comandamenti per sopravvivere."
S C
Questi aforismi sono dei lemmings,
che non corrono verso il mare in cui affogare,
ma attendono il tuo pensiero in cui affondare.
Voi non lo sapete, ma questi aforismi sono azzurri, come la pastiglia che si usa per il sesso.
E quando li leggete, il vostro pensiero diventa più duro.
Questi aforismi sono dei ladri
che tentano di scassinare le serrature del pensiero,
per entrare nella mente dei lettori.
Ma vengono a portare un regalo,
non per compiere un furto.
Soldatini di piombo, che significano una battaglia ma soltanto sono un gioco.
Non sono aforismi, ma piccole bombe ad orologio, programmate per esplosioni creative,
a distanza di giorni, nella mente dei lettori.
Questi aforismi sono la cartina tornasole del tuo gusto letterario.
Forse sì, perché ne guardi una, e poi non devi più guardar le altre. O forse no: le rughe alle donne tolgon la bellezza, mentre le pieghe di parole sono il fascino del poeta.
Ecco un'ispirazione ed un bel giro di frasi
che nascono a raccontarla,
e si adagian sul bagnasciuga.
Ma le critiche piranha han sentito l'odore,
e giungono veloci ad occhi sbarrati,
per sbranare il discorso mentre si contorce.
Quel che ne resta è l'aforisma.
In un paese molto lontano senza l'internet e senza i giornali, senza l'industria e senza la scienza, c'era una prigione umida e buia, dentro la quale stava un discorso che camminava irrequieto nella notte e nel giorno. Aveva un'anima astratta e si piccava di venire a capo della struttura del mondo. Passava i pomeriggi con lo studio dei classici antichi e moderni, mentra la sera si distraeva leggendo citazioni, frasi famose ed aforismi. Le sue riflessioni lo conducevano a sogni di cieli azzurri e luminosi, ma poi non trovava il modo per uscire da quella prigionia e raggiungere gli spazi aperti in cui manifestare i propri contenuti. Questo lo rendeva molto nervoso. A volte restava seduto per ore sulla panca, immobile, fissando le chiavi appese dietro la scrivania della guardia; poi all'improvviso si alzava in uno scatto, si gettava col suo corpo molle di parole addosso alle fredde sbarre e allungava le sue frasi per raggiungere le chiavi, ma senza riuscirvi. Seguiva un momento di sconforto nel quale si accasciava a terra e guardava sconsolato il proprio corpo che pure essendo impalpabile veniva bloccato da quei ferri incrociati. Quello strazio fra il sogno e la prigionia si svolse spesso e con poche varianti, fino al giorno in cui, dopo l'ennesimo tentativo irrazionale di raggiungere le chiavi della prigione, il discorso si addormentò sulle pagine aperte di un libro di aforismi del suo autore preferito, mentre una lacrima solcava il suo viso. Fu un sonno agitato che ebbe termine con un'ispirazione nel risveglio: per andarsene da quella prigione doveva cambiare sé stesso, non poteva continuare ad illudersi di spiegare il mondo intero in un percorso unico e coerente. Doveva guardarsi all'interno, individuare i punti critici e spezzarsi in mille aforismi che sarebbero diventati altrettante verità.
Fu così che un mattino la Realtà si stupì quando andando a controllare la cella della Filosofia si trovò davanti uno stormo di aforismi che prendevano il volo passando fra le sbarre, curvando poi a mezz'aria verso la finestra aperta. E dentro la cella rimase soltanto un silenzio.
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